P2P, partita retata di utenti italiani

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Poche le informazioni disponibili, ancora non sono chiari i dettagli ma, a quanto pare, migliaia di utenti sono in queste ore identificati e denunciati dalle Fiamme Gialle per violazione del diritto d'autore

Da un articolo apparso su Repubblica.it si è appreso che in queste ore la Guardia di Finanza sta procedendo ad identificare e denunciare circa 3mila utenti italiani che scaricano dalla rete e scambiano file protetti dal diritto d'autore.

Un'azione che sarebbe giustificata dalle nuove leggi sul diritto d'autore, che rendono illegale lo scambio anche se dietro il passaggio dei file non vi è scopo di lucro.

Al momento le informazioni fornite sono sul piano tecnico del tutto vaghe e non è chiaro se ad essere colpiti sono solo utenti del P2P o anche webmaster di siti che spacciavano materiale illegale o addirittura lo rivendevano. O, ancora, se l'inchiesta in corso riguarda diverse fattispecie di "pirateria" tutte insieme.

L'indagine sarebbe partita dalle richieste e offerte di supporti musicali pubblicate su Usenet, una origine che farebbe pensare più alle indagini su illeciti mercati di CD che al file-sharing vero e proprio. Nell'indagine sarebbero peraltro state intercettate numerose email protette da cifratura. Sebbene i sistemi di protezione siano molto diffusi, questa particolarità induce a ritenere ancora di più che oggetto dell'indagine siano anche, e forse soprattutto, organizzazioni di pirati e non semplici utenti.

Chiarificatrice almeno in parte, però, la dichiarazione di Mario Leone Piccinni, comandante della Squadra pronto impiego della Guardia di Finanza, riportata da Repubblica.it, secondo cui "questi soggetti non sono hacker né pirati. Sono gente comune. Professionisti, studenti, impiegati. I casalinghi, li chiamiamo noi".

Una dichiarazione che sembra chiaramente indicare utenti qualsiasi, dediti allo scambio di file e non alla produzione di CD contraffatti o altro. A far pensare che oggetto dell'indagine siano effettivamente semplici utenti del peer-to-peer sono anche i numeri in campo. Circa tremila, infatti, sarebbero gli utenti che verranno via via identificati e denunciati nelle prossime ore.

L'articolo di Repubblica è disponibile qui:

http://www.repubblica.it/online/scienza_e_tecnologia/napster/retata/retata.html
 
La prima operazione contro il P2P in Italia scattata la scorsa settimana è stata confermata dal maresciallo del Nucleo Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, Davide D'Agostino. L'operazione dovrebbe concludersi con la denuncia di migliaia di utenti che verranno accusati di violazione del diritto d'autore, così come inteso dalle vigenti leggi e dall'EUCD, la direttiva comunitaria che sta raccogliendo critiche a destra e a manca.

Alla notizia trapelata senza troppi dettagli la settimana scorsa ora vengono aggiunti vari elementi. Lo stesso maresciallo D'Agostino riconosce che, seppure secondo la legge può essere incriminato penalmente chiunque scambia anche un solo file MP3 coperto da copyright "in pratica, quelli che si scambiano musica on line sono troppi. Alla fine sarà impossibile perseguirli".

Non è detto dunque che l'indagine su 3mila indirizzi IP si trasformi automaticamente in altrettanti indagati, occorre infatti identificare gli utenti che hanno commesso il fatto.

Dall'intervista rilasciata dal maresciallo della Guardia di Finanza a Repubblica.it si capisce però che l'indagine non riguarda i pesci piccoli: "Stiamo facendo riferimento a unità di grandezza decisamente diversa", facendo intendere che si sta tentando di rintracciare chi ha scaricato e scambiato grandi quantità di file musicali e video. Viene anche confermato che tutti gli utenti dei sistemi di P2P (Kazaa, Morpheus ecc.) sono rintracciabili e sarebbe addirittura possibile conoscere il loro comportamento negli ultimi due anni.

L'intervista di Repubblica.it al maresciallo D'Agostino è disponibile qui:
http://www.repubblica.it/online/scienza_e_tecnologia/napster/parla/parla.html
 

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