Penso di rientrare in una casistica abbastanza comune, di persona con rapporto di lavoro dipendente (full time, tempo indeterminato), che vuole in qualche modo "arrotondare" le entrate, senza precludersi il mercato di chi vuole avere una regolare fattura per l'opera prestata.
La mia intenzione è infatti quella di aprire una Partita IVA per poter fatturare servizi per professionisti e piccole aziende e professionisti (creazione/gestione siti web, interventi hardware/software, copywriting, ecc. ma NON vendita o rivendita beni).
Per un orientamento iniziale mi è stato molto prezioso l'articolo pubblicato da maxbossi sulla Partita IVA (che è stato l'articolo grazie al quale ho conosciuto questo forum
)
Se qualcuno ci è già passato, o possiede esperienza in materia, pensa che sarebbe preferibile aprire la P.IVA come libero professionista o come ditta individuale? (preciso che non sono iscritto ad alcun albo professionale) Che conseguenze avrebbe questa scelta per quanto riguarda gli studi di settore?
Ciò mi interessa poiché vorrei sapere quali potrebbero essere, concretamente, i costi di gestione dell'attività, anche nell'eventualità di un ipotetico anno a "fatturato zero". (Il volume stimato di affari dovrebbe verosimilmente essere abbastanza basso per il primo anno, al di sotto dei 10'000€, ed un numero di fatture presumibilmente inferiore alle 50/anno a regime)
E' corretta l'informazione per la quale, essendo dipendente full-time a tempo indeterminato, fino a quando tale lavoro è più remunerativo della Partita IVA, fatte le opportune comunicazioni nulla sarà dovuto da parte mia ad INPS/INAIL, fino a quando il fatturato della P.IVA resta inferiore a quello come dipendente?
Inoltre, considerando l'esistenza del patto di non concorrenza, è opportuno farsi rilasciare dal proprio datore di lavoro una sorta di "nulla osta" nella quale specifico che le mie attività non saranno concorrenziali? La mia azienda infatti si occupa di consulenza per aziende medio-grandi ed alla Pubblica Amministrazione.
Ringrazio in anticipo chiunque avrà tempo e voglia di esprimere consigli/critiche/opinioni in merito!
La mia intenzione è infatti quella di aprire una Partita IVA per poter fatturare servizi per professionisti e piccole aziende e professionisti (creazione/gestione siti web, interventi hardware/software, copywriting, ecc. ma NON vendita o rivendita beni).
Per un orientamento iniziale mi è stato molto prezioso l'articolo pubblicato da maxbossi sulla Partita IVA (che è stato l'articolo grazie al quale ho conosciuto questo forum
)Se qualcuno ci è già passato, o possiede esperienza in materia, pensa che sarebbe preferibile aprire la P.IVA come libero professionista o come ditta individuale? (preciso che non sono iscritto ad alcun albo professionale) Che conseguenze avrebbe questa scelta per quanto riguarda gli studi di settore?
Ciò mi interessa poiché vorrei sapere quali potrebbero essere, concretamente, i costi di gestione dell'attività, anche nell'eventualità di un ipotetico anno a "fatturato zero". (Il volume stimato di affari dovrebbe verosimilmente essere abbastanza basso per il primo anno, al di sotto dei 10'000€, ed un numero di fatture presumibilmente inferiore alle 50/anno a regime)
E' corretta l'informazione per la quale, essendo dipendente full-time a tempo indeterminato, fino a quando tale lavoro è più remunerativo della Partita IVA, fatte le opportune comunicazioni nulla sarà dovuto da parte mia ad INPS/INAIL, fino a quando il fatturato della P.IVA resta inferiore a quello come dipendente?
Inoltre, considerando l'esistenza del patto di non concorrenza, è opportuno farsi rilasciare dal proprio datore di lavoro una sorta di "nulla osta" nella quale specifico che le mie attività non saranno concorrenziali? La mia azienda infatti si occupa di consulenza per aziende medio-grandi ed alla Pubblica Amministrazione.
Ringrazio in anticipo chiunque avrà tempo e voglia di esprimere consigli/critiche/opinioni in merito!
