conviene aprire una partita iva?

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Shumy300

Utente Attivo
21 Nov 2004
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Ciao, se una persona dovesse ricevere tante tante richieste di realizzare siti web, le converrebbe aprire una partita iva? E quanto costa aprirla e mantenerla?
 
non è gratuita, perchè ci sono un sacco di cosa da pagare per iscrivirti , sei intorno più o meno ai 500 euro, e poi un sacco di tasse , se non hai spese da scaricare laschia perdere , altrimenti , alla fine dell' anno ti pelano
 
Concordo pienamente con quanto sostieni, ma permettimi una precisazione: l'aspetto da valutare maggiormente sono gli incassi, se poi hai molte spese da detrarre ciò concorrerà a farti ottenere una cifra minore su cui dovrai pagare le tasse, ma la valutazione degli incassi è fondamentale.

Vorrei poi esporre un mio punto di vista: tante volte si vedono propagande che incitano i giovani ad avviare nuove imprese ma nessuno dice mai a quali rischi e condizioni:
-trovarsi per primo un commercialista, perchè la normativa è talmente inutilmente complessa che un poveretto da solo non ci raccapezza niente, specie all'inizio; insomma, soltanto per iscriverti alla CCIAA ti devi affidare a qualcuno, altrimenti rischi didarti la zappa sui piedi prima di iniziare.
E per ciò paghi.

-dopo tre mesi o giù di lì dall'iscrizone per cui già hai speso parecchio, arriva a battere cassa l'INPS a cui come commerciante devi in un anno un minimo mi sembra di 2500 euro, indipendentemente dagli incassi. (Precisazione: per avere i 2500 E. per l'inps, ne devi aver incassati 3000 iva compresa).
Quanta gente dopo così poco tempo dall'avvio dell'attività ha tanta forza economica? Però, per agevolarti, ti propongono un bel rapporto con la banca(un altro che arriva a mangiare sulle tue spalle).Insomma non hai ancora incassato nulla e già paghi varie parti per varie volte: questo significa finire impiccati, altro che diritto al lavoro!!
E quanti partiti parlano di tali argomenti?
Altro che tutela dei lavoratori, se non sei dipendente!!!

-per ultimo, e per farla breve, alla fine dell'anno devi aver guadagnato quanto dice il governo oppure sei un ladro.

Cerchiamo di capirci: un dipendente che guadagna poco è un poveretto(anche se poi arrotonda lavorando "per hobby"), tu no, e partendo dal presupposto che tu abbia rubato, sta a te dimostrare il contrario; le spese di commisiione tributaria e del commercialista -che in questo caso nei tuoi confronti fa un po' le veci dell'avvocato- sono a tuo carico in ogni caso.
Oltre ciò dimmi se conosci qualcuno che a fronte di un controllo fiscale sia uscito indenne da multe, io non l'ho ancora trovato.

Da qui una conclusione: o siamo un popolo di idioti che non riesce a leggere le leggi ed adeguarsi alle normative, o queste sono troppo complesse, oppure, più semplicemente, chi lavora in proprio è un ladro per definizione.
E secondo i media e la gente comune, quale di queste possibilità è la più probabile?(Voce di popolo, voce di Dio!!!)

Ne aggiungo una che come italiano mi ha fatto sobbalzare il cuore: una delle principali note dolenti tra cittadino e fisco, in italia è la presentazione delle dichiarazioni, la base, questa, della necessità di avvalersi dell'opera di un commercialista, dato che le normative cambiano spesso, proprio in prossimità di scadenze importanti.
A fronte di tutto ciò ho dovuto apprendere cosa fa un mio amico in spagna: quale commerciante, per redarre la dichiarazione dei redditi di fine anno va all'ufficio della guardia di finanza con tutti i documenti: i calcoli non li fa il commerciante, ma l'ufficio, che comunica al commerciante l'importo delle tasse(irpef)da pagare ; poichè i conti sono stati fatti dall'ufficio, di certo non ci saranno mai contestazioni se non hai barato nel presentare i documenti.
Personalmente non ho assistito questi eventi, ma non ho motivo di credere che l'informazione sia falsa.

Però voi che avete letto queste righe non credete a quanto scritto e soprattutto non parlatene; vi trovereste in netto contrasto con chi sostiene che da noi fare impresa è facile e conveniente.
 
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