Parte dalla Virginia (Usa) la lotta legale allo spamming, ovvero l'invio indiscriminato di e-mail commerciali indesiderate. Grazie ad una legge varata negli scorsi giorni lo stato americano ha infatti deciso di considerare reato l'invio di "posta spazzatura pubblicitaria". Dure le pene previste per chi intende infrangere il provvedimento: da uno a cinque anni di reclusione.
Il fenomeno spamming, del resto comincia a spaventare non solo gli utenti, infastiditi dai continui intasamenti di posta, ma anche i provider, che giorno dopo giorno vedono aumentare esponenzialemtne il traffico delle e-mail spazzatura. Secondo uno studio recente lo Spam occuperebbe ormai il 50% del traffico e-mail mondiale, e il dato lascia esterefatti se si pensa alla quantità di e-mail inviate ogni giorno sul Web.
A difesa della privacy e a tutela dei propri interessi si sono mossi allora i primi big della Rete, e non è un caso che la lotta sia partita proprio dalla Virginia, dove risiedono i quartier generali dei più importanti provider made in Usa.
Segnali di allarme e di protesta partono anche dall'imminente "Spam Forum di Washington DC", convegno fortemente voluto dalle autorità Usa e dai tre colossi della posta elettronica americana, Yahoo, AOL, Microsoft. metodi, regole e strategie per arginare il "fenomeno spam" nel mirino del meeting.
E mentre la Server Beach, server texano, ha scollegato in segno di protesta gli 89 siti della UsMoneywerx, azienda di comunicazione rea di aver trasmesso e-mail indesiderate, le difficoltà da affrontare sono enormi e i rimedi anti-spam, per ora si sono rivelati piuttosto deboli contro le forze messe in campo degli spammers.
fonte: tgcom
Il fenomeno spamming, del resto comincia a spaventare non solo gli utenti, infastiditi dai continui intasamenti di posta, ma anche i provider, che giorno dopo giorno vedono aumentare esponenzialemtne il traffico delle e-mail spazzatura. Secondo uno studio recente lo Spam occuperebbe ormai il 50% del traffico e-mail mondiale, e il dato lascia esterefatti se si pensa alla quantità di e-mail inviate ogni giorno sul Web.
A difesa della privacy e a tutela dei propri interessi si sono mossi allora i primi big della Rete, e non è un caso che la lotta sia partita proprio dalla Virginia, dove risiedono i quartier generali dei più importanti provider made in Usa.
Segnali di allarme e di protesta partono anche dall'imminente "Spam Forum di Washington DC", convegno fortemente voluto dalle autorità Usa e dai tre colossi della posta elettronica americana, Yahoo, AOL, Microsoft. metodi, regole e strategie per arginare il "fenomeno spam" nel mirino del meeting.
E mentre la Server Beach, server texano, ha scollegato in segno di protesta gli 89 siti della UsMoneywerx, azienda di comunicazione rea di aver trasmesso e-mail indesiderate, le difficoltà da affrontare sono enormi e i rimedi anti-spam, per ora si sono rivelati piuttosto deboli contro le forze messe in campo degli spammers.
fonte: tgcom