A quanto dice un ricercatore americano, Paul Watson, Internet potrebbe avere un black out doloso.
Il problema riguarda il TCP (Transmission Control Protocol), il protocollo che gestisce tutto il traffico sulla Rete. Paul Watson, ricercatore a Milwakee (Usa), sostiene di aver individuato un metodo per far chiudere le connessioni al web dei personal computer e soprattutto dei routers.
Gli esperti fino ad ora ritenevano che occorressero tra 4 e 142 anni per riuscire a costringere a distanza i routers a bloccarsi e ripartire. Questo perché occorre indovinare un numero che cambia continuamente, in mezzo a 4 miliardi di possibili combinazioni. Lo studioso americano afferma però di essere in grado di azzeccare la combinazione giusta con 4-5 tentativi, nel giro di pochi secondi. A meno che la falla non sia riparata per tempo.
Il problema non risiede negli intenti del ricercatore americano, ma nella possibilità in cui i cracker/hacker di tutto il mondo vengano a scoprire il metodo. Watson infatti, spiegherà la questione ad una conferenza a Vancouver (Canada). Ha già dichiarato che "cinque minuti dopo che avrò lasciato la sala, gli hacker cominceranno a capire come lanciare gli attacchi".
Gli avvertimenti alla comunità tecnologica mondiale sono partiti dal dipartimento per la Sicurezza Interna negli Usa e dal centro nazionale per la cybersicurezza in Gran Bretagna.
fonte: corriere.it
Il problema riguarda il TCP (Transmission Control Protocol), il protocollo che gestisce tutto il traffico sulla Rete. Paul Watson, ricercatore a Milwakee (Usa), sostiene di aver individuato un metodo per far chiudere le connessioni al web dei personal computer e soprattutto dei routers.
Gli esperti fino ad ora ritenevano che occorressero tra 4 e 142 anni per riuscire a costringere a distanza i routers a bloccarsi e ripartire. Questo perché occorre indovinare un numero che cambia continuamente, in mezzo a 4 miliardi di possibili combinazioni. Lo studioso americano afferma però di essere in grado di azzeccare la combinazione giusta con 4-5 tentativi, nel giro di pochi secondi. A meno che la falla non sia riparata per tempo.
Il problema non risiede negli intenti del ricercatore americano, ma nella possibilità in cui i cracker/hacker di tutto il mondo vengano a scoprire il metodo. Watson infatti, spiegherà la questione ad una conferenza a Vancouver (Canada). Ha già dichiarato che "cinque minuti dopo che avrò lasciato la sala, gli hacker cominceranno a capire come lanciare gli attacchi".
Gli avvertimenti alla comunità tecnologica mondiale sono partiti dal dipartimento per la Sicurezza Interna negli Usa e dal centro nazionale per la cybersicurezza in Gran Bretagna.
fonte: corriere.it