Forte colpo d'acceleratore del Governo per la diffusione delle carte d'identità elettroniche
Forte colpo d'acceleratore del Governo per la diffusione delle carte d'identità elettroniche e delle carte nazionali dei servizi, per consentire un sempre maggiore accesso da parte dei cittadini ai servizi in rete della pubblica amministrazione. Il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, e il Sottosegretario sen. Antonio d'Alì per il Ministero dell'Interno, hanno firmato un protocollo d'intesa con i fornitori di smart card, con cui si fissa un nuovo standard condiviso e che sancisce l'interoperabilità tra Carta d'Identità Elettronica (CIE) e Carta Nazionale dei Servizi (CNS) (*) su tutto il territorio nazionale. Lo standard è aperto a diverse altre applicazioni a sostegno dello sviluppo dell'e-Government, tra cui la Firma digitale, la Carta sanitaria, il codice fiscale, il voto elettronico.
Con l'accordo i due Ministeri e le nove aziende italiane e straniere produttrici di microchip, che rappresentano il mercato europeo, si impegnano reciprocamente a garantire i requisiti di standardizzazione dei microprocessori presenti all'interno di CIE e CNS. Questo contribuirà non solo alla loro rapida diffusione e l'erogazione dei servizi ai cittadini, ma garantirà al tempo stesso un contenimento dei costi alle Pubbliche amministrazioni che devono predisporre l'infrastruttura tecnologica di accesso ai servizi.
La struttura del microchip è stata progettata in modo da garantire l'indipendenza delle applicazioni dai sistemi operativi delle carte e consentire la realizzazione di servizi qualificati che sfruttino al meglio le caratteristiche di versatilità e sicurezza delle carte a microprocessore, per fornire a tutti gli italiani un strumento sicuro che consenta di fruire dei servizi erogati in rete dalla Pubbliche Amministrazioni.
Il ministro Lucio Stanca ha detto che "sono state finalmente sgomberate le difficoltà tecnologiche ed industriali che avevano sinora limitato l'adeguata disponibilità e la diffusione della carta d'identità elettronica nel nostro Paese e, di conseguenza, frenato lo sviluppo dell'e-Government".
Il ministro ha poi sottolineato "il significato storico di questa scelta: il ruolo moderno dello Stato e della Pubblica Amministrazione non è quello di imporre dall'alto gli standard tecnologici, come avveniva nei decenni passati, ma far cooperare il settore privato, le imprese, nel condividere un unico modello che, come in questo caso, è accettato dalla pluralità degli operatori europei, premessa per avere poi una semplificazione ed una accettazione di strumenti innovativi come la carta d'identità elettronica. In sostanza, la pluralità di fornitori e, quindi, la conseguente economia stessa del progetto portano ad un abbassamento dei costi e innescano una maggior facilità della diffusione perché le aziende, avendo attivamente condiviso lo standard, possono assicurare le quantità necessarie, prima non disponibili".
Da parte sua il sottosegretario sen. Antonio d'Alì ha affermato che "questo protocollo d'intesa segna un passo importante nell'evoluzione dei progetti di e-Government perché, com'è successo per il GSM nel campo della telefonia mobile, definisce un nuovo standard che consente a tutti i produttori di Smart card di fornire microchip conformi ai requisiti richiesti e in grado di garantire l'interoperabilità tra carta d'identità elettronica e carta nazionale dei servizi. La carta di identità elettronica", ha proseguito il rappresentante del Viminale, "rappresenta, infatti, uno strumento democratico di dialogo tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione destinato a rivoluzionare totalmente il rapporto tra cittadino e P.A. in un'ottica fornitore-cliente. Obiettivo finale è che nei prossimi due anni il nuovo documento d'identità diventerà sempre più la carta dei diritti con cui il cittadino potrà fruire di tutti i sevizi erogati dalla P.A.".
(*) - La Carta Nazionale dei Servizi differisce dalla Carta d'Identità Elettronica solo per l'assenza della fotografia del titolare e, quindi, non la prima è documento di identificazione, ma al contempo è di più immediata e facile emissione da parte delle Pubbliche amministrazioni.
fonte: innovazione.gov.it
Forte colpo d'acceleratore del Governo per la diffusione delle carte d'identità elettroniche e delle carte nazionali dei servizi, per consentire un sempre maggiore accesso da parte dei cittadini ai servizi in rete della pubblica amministrazione. Il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, e il Sottosegretario sen. Antonio d'Alì per il Ministero dell'Interno, hanno firmato un protocollo d'intesa con i fornitori di smart card, con cui si fissa un nuovo standard condiviso e che sancisce l'interoperabilità tra Carta d'Identità Elettronica (CIE) e Carta Nazionale dei Servizi (CNS) (*) su tutto il territorio nazionale. Lo standard è aperto a diverse altre applicazioni a sostegno dello sviluppo dell'e-Government, tra cui la Firma digitale, la Carta sanitaria, il codice fiscale, il voto elettronico.
Con l'accordo i due Ministeri e le nove aziende italiane e straniere produttrici di microchip, che rappresentano il mercato europeo, si impegnano reciprocamente a garantire i requisiti di standardizzazione dei microprocessori presenti all'interno di CIE e CNS. Questo contribuirà non solo alla loro rapida diffusione e l'erogazione dei servizi ai cittadini, ma garantirà al tempo stesso un contenimento dei costi alle Pubbliche amministrazioni che devono predisporre l'infrastruttura tecnologica di accesso ai servizi.
La struttura del microchip è stata progettata in modo da garantire l'indipendenza delle applicazioni dai sistemi operativi delle carte e consentire la realizzazione di servizi qualificati che sfruttino al meglio le caratteristiche di versatilità e sicurezza delle carte a microprocessore, per fornire a tutti gli italiani un strumento sicuro che consenta di fruire dei servizi erogati in rete dalla Pubbliche Amministrazioni.
Il ministro Lucio Stanca ha detto che "sono state finalmente sgomberate le difficoltà tecnologiche ed industriali che avevano sinora limitato l'adeguata disponibilità e la diffusione della carta d'identità elettronica nel nostro Paese e, di conseguenza, frenato lo sviluppo dell'e-Government".
Il ministro ha poi sottolineato "il significato storico di questa scelta: il ruolo moderno dello Stato e della Pubblica Amministrazione non è quello di imporre dall'alto gli standard tecnologici, come avveniva nei decenni passati, ma far cooperare il settore privato, le imprese, nel condividere un unico modello che, come in questo caso, è accettato dalla pluralità degli operatori europei, premessa per avere poi una semplificazione ed una accettazione di strumenti innovativi come la carta d'identità elettronica. In sostanza, la pluralità di fornitori e, quindi, la conseguente economia stessa del progetto portano ad un abbassamento dei costi e innescano una maggior facilità della diffusione perché le aziende, avendo attivamente condiviso lo standard, possono assicurare le quantità necessarie, prima non disponibili".
Da parte sua il sottosegretario sen. Antonio d'Alì ha affermato che "questo protocollo d'intesa segna un passo importante nell'evoluzione dei progetti di e-Government perché, com'è successo per il GSM nel campo della telefonia mobile, definisce un nuovo standard che consente a tutti i produttori di Smart card di fornire microchip conformi ai requisiti richiesti e in grado di garantire l'interoperabilità tra carta d'identità elettronica e carta nazionale dei servizi. La carta di identità elettronica", ha proseguito il rappresentante del Viminale, "rappresenta, infatti, uno strumento democratico di dialogo tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione destinato a rivoluzionare totalmente il rapporto tra cittadino e P.A. in un'ottica fornitore-cliente. Obiettivo finale è che nei prossimi due anni il nuovo documento d'identità diventerà sempre più la carta dei diritti con cui il cittadino potrà fruire di tutti i sevizi erogati dalla P.A.".
(*) - La Carta Nazionale dei Servizi differisce dalla Carta d'Identità Elettronica solo per l'assenza della fotografia del titolare e, quindi, non la prima è documento di identificazione, ma al contempo è di più immediata e facile emissione da parte delle Pubbliche amministrazioni.
fonte: innovazione.gov.it