Ue: non è perseguibile dalla legge sci scambia musica o film on line

grottafelix

Utente Attivo
5 Mar 2003
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Ue: non è perseguibile dalla legge
chi scambia musica e film online
Il Parlamento Europeo ha dato a larga maggioranza il suo via libera ad una direttiva in materia di copyright che solleva da ogni rischio chi scambia musica e film per uso personale.




Il Parlamento Europeo ha dato a larga maggioranza il suo via libera ad una direttiva in materia di copyright che, se da un lato impone un giro di vite contro chi copia e distribuisce illegalmente cd e dvd a scopi commerciali, dall'altro, in maniera abbastanza esplicita, solleva da ogni rischio chi scambia musica e film per uso personale.

Nella proposta di direttiva approvata dal Parlamento dell'Unione ed ora in attesa di essere adottata dal Consiglio, si legge che le misure volte a tutelare la proprietà intellettuale "dovrebbero tenere conto degli interessi dei terzi inclusi, segnatamente i consumatori ed i privati che agiscono in buona fede". Una formula un po' criptica che viene chiarita nel resoconto emesso dall'ufficio stampa dell'Europarlamento: "Significa che gli atti commessi in buona fede dai consumatori - come lo scaricare musica da Internet ad uso personale - non saranno perseguibili".

Dunque, mentre negli Stati Uniti i discografici continuano a stanare gli appassionati di servizi peer-to-peer come KaZaA, WinMX o Morpheus (altre 531 lettere sono state spedite il mese scorso per annunciare altrettante azioni legali) nel Vecchio Continente si fa largo l'idea che soltanto chi lucra sulla pirateria debba essere perseguito dalla giustizia. Contro i pirati di professione, la mano dell'Unione Europea è anche più pesante di quella statunitense: in base al Digital Millennium Copyright Act americano i titolari di copyright possono conoscere l'identità di chi scambia illegalmente materiali protetti. La direttiva europea va oltre, prevedendo che le vittime di violazioni del copyright possano richiedere persino il congelamento dei conti correnti bancari dei pirati.

Inizialmente, il testo elaborato dalla Commissione Europea prevedeva anche sanzioni penali, ma queste misure sono state successivamente emendate e trasformate in sanzioni amministrative. Le procedure penali eventualmente previste dai singoli stati membri restano comunque valide.

Relatrice del provvedimento è la francese Janelly Fourtou, europarlamentare popolare e moglie di Jean-Rene Fourtou, capo del colosso mediale Vivendi Universal. Un legame che ha provocato pesanti rimostranze da parte delle associazioni per i diritti civili, spaventate dal possibile conflitto di interessi e anche dai poteri che la nuova direttiva attribuisce ai titolari di diritti. A suscitare perplessità è in particolare il campo di applicazione della direttiva, tanto ampio da applicarsi a qualunque tipo di proprietà intellettuale. La direttiva passa ora al Consiglio dei ministri dell'Unione, che prevede di adottarla in maniera definitiva entro la fine della legislatura, cioè entro l'estate. Dopodiché, i governi dei singoli stati membri avranno due anni di tempo (non 18 mesi, come proposto dalla Commissione) per la ratifica.



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Creare le proprie compilation, un'attivita' molto amata dai piu' giovani che prima registravano le musiche preferite dalle radio o ora scaricano da internet, non e' piu' un'azione illegale. In questi giorni entrano infatti in funzione le prime Cd Station, nate da un progetto di Caliel Global Entertainment in collaborazione con Ibm, che consentiranno di realizzare un cd personalizzato.

Le Cd Station sono delle postazioni tecnologiche, chioschi li hanno definiti in una conferenza stampa, installati in punti vendita come grandi magazzini, centri commerciali, ma anche luoghi frequentati da giovani. Con un collegamento ad un server centrale Idc attraverso una rete satellitare si potra' accedere ad un database iniziale di oltre 200.000 canzoni, su licenza delle major discografiche e scegliere i brani che saranno scaricati e masterizzati sul posto. In pochi minuti il consumatore avra' il suo cd, che potra' personalizzare sia con una copertina particolare che aggiungendo una dedica. Il costo varia da 1,20 a 1,50 euro a canzone, piu' 1,20 euro di costi fissi.

Il progetto e' stato chiamato My Emotion e ha lo scopo non solo di rendere agevole la ricerca personale di musica, ma anche portarla dove non si sono negozi di dischi. 'Non abbiamo gia' battuto strade gia' sperimentate come quella di cercare di vendere musica a prezzi sempre piu' bassi - ha detto Giustiniano la Vecchia, amministratore delegato di Caliel Global Entertainment, impresa di servizi del terziario avanzato fondata nel '98 - ma vogliamo proporre qualcosa di nuovo: non solo un risparmio quindi, ma la possibilita' di scegliersi la propria musica'. I primi a chiedere l'installazione delle Cd Station sono stati due centri commerciali nel bergamasco. Molti altri sono gia' in lista di attesa e i punti vendita potenziali, secondo Caliel, sono 100.000. E i progetti non si fermano qui. Caliel infatti ha in cantiere la possibilita' di ordinare da casa il cd e ritirarlo al punto vendita piu' vicino e soprattutto di allagare My Emotion anche a Dvd, editoria, ticketing e videogiochi.


fonte: GAZZETTA DEL SUD
 
DL Urbani, cancellate le sanzioni
A brevissimo arriverà il testo riformulato della normativa che abrogherà le sanzioni a carico degli utenti. Sarà esaminato dalla Camera. Rimangono i grossi problemi per i provider e arrivano le sorpresine di primavera

08/04/04 - News - Roma - Una stesura definitiva ancora non c'è ma la relatrice del provvedimento su cinema e pirateria Gabriella Carlucci ha assicurato che, come anche lei ha proposto in commissione Cultura, verranno cancellate le sanzioni previste a carico degli utenti.

Si tratta, evidentemente, di un grande risultato per il vasto movimento di opinione (punto-informatico.it/p.asp?i=47641) che in queste settimane ha accompagnato la nascita e la successiva approvazione del decreto legge proposto dal ministro ai Beni culturali Giuliano Urbani. Le sanzioni previste dal decreto, infatti, saranno abolite per chi fa uso personale di quanto scaricato. L'applicazione della normativa, per quello che sarà una volta rivista, si rivolgerà invece non più soltanto alla protezione delle opere cinematografiche ma, più in generale, a tutte quelle protette da diritto d'autore.

"Oggi in Commissione - ha confermato Ferdinando Adornato, presidente della commissione Cultura - abbiamo presentato il testo di modifica dell'articolo 1. Sono state quindi eliminate le sanzioni per chi scarica file da internet per uso personale e contestualmente abbiamo esteso le tutele previste da questo decreto per il settore audiovisivo a tutte le altre opere dell'ingegno. In particolare la musica e l'editoria".

L'Articolo 1 è stato sostanzialmente riscritto e, a dispetto delle numerose richieste in senso opposto, sono state mantenute le multe per i provider da 50 a 250 mila euro, sebbene gli operatori ora siano identificati con una definizione più specifica: "prestatori dei servizi della società dell’informazione".

L'emendamento Carlucci prevede che i fornitori di connettività per l’accesso ad internet dovranno riprodurre sulla propria home page un banner antipirateria, ossia un vistoso link che invii gli utenti che vi clicchino ad un sito specializzato che illustrerà le sanzioni previste dal decreto per coloro che useranno in modo illecito le copie di prodotti dell'ingegno protetti scaricati da Internet.
Secondo la Carlucci questo è un obbligo necessario per informare gli utenti: i fornitori che non aderiranno rischieranno multe dai 103 ai 10mila euro.

Ma la sorpresina, per così dire, destinata a colpire molti è l'introduzione, con il nuovo comma 6-quater, di una tassa sui masterizzatori e sul software di masterizzazione. A parere della Commissione, infatti, il 3 per cento sul prezzo di listino, proprio come già avviene per videoregistratori e registratori audio, deve essere esteso ai masterizzatori come imposto dalla naturale evoluzione delle tecnologie di registrazione, laddove sono considerate indispensabili "per il processo di copia privata".

Ulteriori dettagli e sorprese sul provvedimento si sapranno comunque entro il 21 aprile, giorno nel quale Adornato prevede che il provvedimento passerà all'esame della Camera.

Tra gli altri elementi di interesse anche il fatto che, nonostante le richieste in tal senso provenienti dalle forze dell'ordine, ai provider non verrà richiesto di conservare i dati delle connessioni più a lungo di quanto già previsto dalle attuali normative. Al contrario, qualora i cybercop ravvedano l'utilizzo illegale del network da parte di un abbonato, il corrispondente provider verrà informato affinché possa mettere in atto misure atte ad impedire la prosecuzione del comportamento illegale. In questo senso dunque non sembra essere stata ridefinita quella parte del decreto Urbani che, a detta della quasi totalità degli intervenuti sulla questione, trasforma i provider in "sceriffi" (punto-informatico.it/p.asp?i=47408).

Come aveva assicurato la stessa Carlucci nelle scorse ore, invece, il provvedimento non contemplerà alcuna nuova tassa sulla connettività come era stato ventilato (punto-informatico.it/p.asp?i=47641) nei giorni scorsi.

"Il nuovo testo del decreto antipirateria che il governo porterà alla discussione dell'Aula - ha dichiarato Giovanna Grignaffini, capogruppo dei DS in commissione Cultura - rappresenta una vittoria per i Democratici di Sinistra. La riformulazione non prevedrà le sanzioni destinate agli utenti di Internet che scambiano file per uso privato, sarà allineata alle norme europee e riguarderà tutte le opere protette dal diritto di autore". "Il governo - ha proseguito Grignaffini - dopo il ritiro delle pregiudiziali di costituzionalità da noi presentate ha eliminato, infatti, il comma 2 che prevedeva pene pecuniarie fino a 1500 euro a chi effettua il così detto filesharing. A fronte delle rassicurazioni e dell'impegno assunto dal Governo sul decreto, restano da chiarire ancora alcuni aspetti. In particolare i temi che riguardano le funzioni di controllo attribuite ai provider".

Soddisfazione ma anche cautela è stata espressa dal senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo bicamerale per l'Innovazione tecnologica, secondo cui "la relatrice Carlucci che mi ha confermato la sua intenzione di proporre la soppressione degli aspetti più vessatori del decreto, come le sanzioni per chi scarica contenuti per uso personale e senza fini di lucro e il fatto che i provider debbano controllare le azioni degli utenti". "Il Governo - ha spiegato Cortiana - ha infatti assunto gli emendamenti della relatrice nel corso della discussione. Se queste sono le linee guida del cambiamento radicale dell'articolo 1 del provvedimento, sarebbe una importante vittoria del popolo della rete, capace di contrastare efficacemente un provvedimento nato male. Devo dare atto all'on. Carlucci di un lavoro intelligente ed efficace, teso a sentire tutte le parti in causa. Attendo però di vedere il testo che approderà in aula, per verificare se il Governo terrà fede all'impegno preso in Commissione, perché sono convinto che la strada che porta alla costruzione di una legge capace di salvaguardare i diritti degli utenti di internet sia ancora lunga".

Per la cronaca, ieri un'associazione di cui non si conosce l'identità avrebbe presentato una denuncia contro il decreto Urbani alle autorità regolamentari dell'Unione Europea. Nella denuncia si afferma che "le norme nazionali sarebbero state adottate senza rispettare la procedura stabilita dalla direttiva 98/34 sulla Trasparenza, che obbliga gli Stati a notificare i progetti delle regolamentazioni tecniche relative ai prodotti e ai servizi della società dell'informazione alla Commissione e agli altri Stati membri prima che queste siano adottate nelle legislazioni nazionali". L'esposto chiede l'accertamento dei fatti e, se è il caso, l'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia.

Secondo l'industria del cinema, peraltro, il problema della pirateria non riguarda tanto o soltanto il mezzo quando l'aspetto "culturale". Come ha dichiarato Pupi Avati, presidente di Cinecittà Holding, "l'ambiguità nei confronti del fenomeno ha determinato il fatto che in Italia la pirateria non sia percepita come un reato, anzi l’extracomunitario che vende CD per strada o il ragazzetto che scarica film via Internet vengono guardati con una certa simpatia". Da parte sua il produttore Aurelio De Laurentiis nelle scorse ore ha sottolineato che, quando si viene alla repressione della pirateria, "non si tratta di limitare le libertà individuali o di criminalizzare i provider. Semplicemente di ribadire che la proprietà intellettuale deve essere garantita anche in rete: i contenuti non possono essere gratuiti".

La strada da fare, come temuto da Cortiana, potrebbe dunque essere davvero ancora molto lunga.


FONTE. puntoinformatico.it
 

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